giovedì 22 settembre 2011

La carta d'identità (giochi semplici ma d'effetto!)

Molto spesso si tende a legare il gioco ai concetti di spensieratezza, divertimento e si tende relegarlo a semplice passatempo.
Quello che spesso si sottovaluta è l'aspetto formativo che il gioco ha per i soggetti in formazione, per la sua presa di coscienza di se e del mondo.
Durante la mia esperienza di tirocinio (svolto al servizio immigrazione e promozione dei diritti di cittadinanza di Venezia) ho avuto diverse occasioni per vedere con i miei occhi che anche un gioco semplicissimo può avere grandi potenzialità.
L'esempio più lampante è quello della Carta d'identità: quando l'educatrice ha proposto ai ragazzi di costruire la propria carta d'identità, non pensavo che una cosa così semplice potesse risultare interessante per dei bambini delle elementari, e ancor meno per dei ragazzi delle medie.
Con mia grande sorpresa invece tutti i ragazzi hanno passato del tempo a costruire la loro carta didentità e hanno messo molto impegno nel completarla in tutte le sue parti: dallo scrivere qualche loro caratteristica particolare (piatto preferito, gusti musical, passatempi, ecc...) fino al disegnare il proprio ritratto al posto della foto.
Riflettendoci penso che per i ragazzi sia stata un'occasione per farsi conoscere meglio agli altri ragazzi con cui condividevano le attività, un modo indiretto e più protetto per parlare di se, senza dovelo fare a voce davanti a tutti, e credo che sia per questo che la Carta d'identià, anche se è un'attività semplice, ha ottenuto un grande successo.

martedì 20 settembre 2011

Il naufragio

Durante alcuni incontri di formazione a cui ho partecipato in vista di un breve lavoro come educatrice per una cooperativa della mia città, ho potuto sperimentare in prima persona alcuni giochi formativi davvero interessanti.
Uno di questi è il gioco del naufragio.
In quell'occasione i formatori che tenevano l'incontro diedero al gruppo un foglio con su scritta una breve storia introduttiva per il gioco: dovevamo immaginare di trovarci tutti su di una nave che stava naufragando nei pressi di un'isola deserta e avevamo sulla nave una serie di oggetti:
  • cassetta del pronto soccorso
  • cibo
  • acqua
  • corde
  • pala
  • torce elettriche
  • radio trasmittente
  • coperte
  • fiammiferi
  • accetta
e così via...Nel giro di 20 minuti è previsto che la nave immaginaria affondi, esattamente il tempo che il gruppo ha a disposizione per accordarsi su tre oggetti da salvare dal naufragio e portare sull'isola deserta per sopravvivere in attesa dei soccorsi.
Durante questi venti minuti il formatore osserverà il gruppo, le dinamiche che si innescheranno, i meccanismi e il modo di comunicare che ognuno metterà in atto.
Allo scadere del tempo si riflette, tutti assieme sul perchè è o non è stato raggiunto un accordo, il formatore fungerà da mediatore e offrirà spunti di riflessione basandosi su quanto osservato durante l'interazione del gruppo.
Questo gioco è un modo divertente e molto pratico per riflettere sulle dinamiche di gruppo, per scoprire nuovi aspetti del carattere delle persone con cui si lavora e per mettere alla prova le proprie competenze relazionali.

domenica 18 settembre 2011

Paese blu, paese rosso

Ripensando alla mie brevi esperienze lavorative in ambito educativo mi è tornato in mente un gico/attività che ho avuto modo di mettere in pratica lavorando con l'associazione Il Mappamondo, che si occupa di mercato equo e solidale a Chioggia, la mia città.
Durante una serie di incontri con gli studenti delle scuole medie, per la sensibilizzazione riguardo lo sfruttamento dei lavoratori del sud del mondo e rigurado il tema dell'immigrazione abbiamo usato questo gioco: due classi diverse "recitano" il ruolo di due paesi diversi. Ogni classe/paese ha le sue regole e abitudini, ad esempio nel paese blu si fanno solo espressioni, si può parlare solo quando si alza la mano, si fa merenda in piedi, mentre nel paese rosso si fa solo analisi logica, si puà parlare liberamente, si fa merenda seduti e così via.
Durante la prima fase del gioco i ragazzi prendono confidenza con le regole del loro paese e ci si abituano.
La fase successiva del gioco prevede che due ragazzi prendano uno il posto dell'altro cambiando paese, e trovandosi quindi da soli in un sistema completamente diverso e sconosciuto di regole e convenzioni.
Alla fine del gioco le due classi si riuniscono e assieme si discute dell'esperienza dei due ragazzi migranti, di cosa hanno provato, di quanto sia stato difficile abituarsi a nuove regole, ma anche di come il resto della classe ha reagito a un nuovo arrivo, di come si è cercato o meno di aiutarlo a comprendere e imparare le nuove abitudini.
Dalla mia esperienza ho potuto constatare che questo gioco funziona, i ragazzi dopo un primo momento di imbarazzo hanno partecipato attivamente alla discussione finale, e ho potuto constatare che è stata una buona occasione per riflettere su un tema così attuale, ma che alla loro età spesso non affrontano facilmente.

giovedì 15 settembre 2011

I giochi cooperativi

Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di insegnati utilizza il gioco come metodo di apprendimenrto, i giochi cooperativi riscuotono molto successo in questo ambito perchè permettono di creare maggiore conoscenza e collaborazione tra gli alunni.
Il gioco tramite la simulazione si pone come strumento di aprrendimento, coinvolgendo gli aspetti cognitivi e logici dell'agire.
In questo modo si realizza una forma di "apprendimento cooperativo" che aiuta a indirizzare l'insegnamento verso le relazioni reciproche e interpersonali del gruppo.
Un esempio di gioco è quello delle "7 parole": i partecipanti decidono un argomento (ad esempio l'amicizia) e in un minuto i partecipanti devono scrivere sette parole attinenti all'argomento ch per loro sono importanti. Nel passaggio successivo si formano delle coppie, ognuna delle quali deve accordarsi in due minuti sulla scelta delle 7 parole.
A questo punto ci si divide a gruppi di quattro e anche in questo caso si hanno tre minuti per accordarsi nuovamente sulla scelta delle sette parole. Si procede così aumentando il numero dei componenti dei gruppi fino a che si hanno due squadre.
A questo punto si deve cercare un accordo che soddisfi tutti sulle parole da scegliere.
In questi giochi una fase importante è quella del momento di debriefing, in cui tutti i partecipanti devono essere coinvolti in una discussione su quanto è successo precedentemente durante il gioco. Questa discussione può essere condotta utilizzando una griglia di domande che aiuti a riflettere, ad esempio:
  • cosa è successo durante il gioco?
  • sei riuscito a individuare gli atteggiamenti non cooperativi?
  • ti era già capitato in altre situazioni?
e così via...
Lo scopo di giochi come questi è quello di raggiungere un accordo senza rinuciare ad esprimere le proprie idee, ma tenendo costantemente in considerazione quelle degli altri e può aiutare sia i gruppi in via di formazione, sia quelli che lavorano assieme da tempo.

mercoledì 14 settembre 2011

I giochi di comunicazione

Un'altra tipologia di gioco utile per l'agire educativo è quella dei giochi di comunicazione.
Soprattutto nel lavoro di gruppo è importante per l'animatore/educatore avere delle competenze ingrado di favorire e agevolare la comunicazione tra i vari membri, in modo da rendere più semplice lo svolgimento del lavoro.
Un gioco che può essere utile in queste situazioni è questo:
i partecipanti sono seduti in cerchio ed ognuno di loro ha un cartoncino su cui verrà scritto un numero progressivo. Tutti scrivono sul foglio un aggettivo o una caratteristica he riguarda il gruppo. L'educatore/animatore raccoglie tutti i fogli e legge le caratteristiche una alla volta, identificando l'autore attraverso il numero precedentemente segnato.
in questo modo ci sarà libero spazio per discutere su ciò che ognuno ha scritto, su come vede gli altri componenti del gruppo e su come gli altri vedono lui.
Questo gioco favorisce la presa di coscienza di se e del punto di vista degli altri, dando la possibilità a ogni membro di scoprire cose di cui prima non era consapevole, sia in positivo che in negativo.
Durante la discussione ognuno avrà modo di esprimere il suo parere, di dichiararsi d'accordo o contrario con quanto emerso e di giustificare la propria posizione.
Penso che questo genere di attività sia una riorsa preziosa per ogni gruppo di lavoro e sono convinta che a tutte le età sia importante sapersi mettere in gioco per aprirsi verso gli altri.

domenica 11 settembre 2011

I giochi di conoscenza

Come abbiamo già detto il gioco può essere importante nella didattica, nell'educazione e nell'animazione per diversi motivi, uno dei quali è favorire la conoscenza reciproca tra i membri di un gruppo, di una classe, tra colleghi, ecc...
Vediamo un esempio di gioco che aiuta ad approfondire la conoscenza.

Ogni partecipante ha cinque minuti per scrivere qualunque cosa desideri dire su stesso su di un cartoncino, che però dovrà rimanere anonimo.
Dopo che tutti i partecipanti hanno finito di scrivere, i cartoncini vengono raccolti e mescolati. Il primo partecipante estrae un cartoncino dal mazzo e lo legge ad alta voce, tutti i partecipanti cercano di indovinare chi l'ha scritto.
Una volta indovinato il nome, lo si scrive sul cartoncino e questo viene poi appeso al muro, per passare al cartoncino successivo.

Questo gioco consente non solo di imparare cose nuove sulle persone con cui dividiamo un'attività (compagni di studio, colleghi di lavoro), ma di scendere più in profondità per avvicinarci a un livello di conoscenza molto meno superficiale.

sabato 10 settembre 2011

Diverse tipologie di gioco per scopi diversi

Nell' attività animativa, come si è già detto in questo blog, il gioco ha senza dubbio un ruolo fondamentale per svariati motivi. Per questo credo sia importante elencare le diverse tipologie di gioco, a seconda della loro funzione e degli obiettivi che attraverso essi si possono raggiungere.
  • i giochi di CONOSCENZA: per conoscere una persona non basta memorizzare il suo nome e qualche nozione su di lui, ma occorre comprendere a fondo la sua personalità, i suoi interessi, bisogni, desideri. I giochi narrativi (autobiografia, intervista narrativa) sono uno strumento efficace per raggiungere una conoscenza più approfonodita.
  • i giochi di COMUNICAZIONE: conoscere a fondo se stessi e il proprio modo di comunicare attraverso gesti, comportamenti, parole, espressioni è un passaggio fondamentale per poter comunicare nel migliore dei modi con chi ci troviamo davanti. Conoscere i propri punti di forza e le proprie debolezze aiuta ad acquisire consapevolezza su chi siamo e come comunichiamo e ci permette di arrivare ad avere flessibilità e capacità di adattamento. La comunicazione ci permette di conoscere e farci conoscere. Alcuni giochi che ci aiutano in questo sono i giochi di saluto, giochi che ci permettono di capire come ci vedono gli altri.
  • i giochi COOPERATIVI: attraverso questi giochi si può contribuire a crerare un clima positivo nel gruppo, rendere più fluida la comunicazione tra i vari membri, superare eventuali ostilità e barriere, aumentare la colllaborazione e il senso di comunità. Sono questi giochi molto utili soprattutto nell'ambito scolastico, per favorire nuove forme di aprrendimento (cooperative learning) e perchè no, anche nell'ambito lavorativo.
nei prossimi post descriverò alcuni espempi sempli da mettere in pratica e da provare sul campo, per ogni categoria di gioco che ho descritto.

( per questo post ho preso spunto da: Marina De Rossi, didattica dell'animazione, contesti, medoti, tecniche, Carocci, Roma 2008)

domenica 4 settembre 2011

L'importanza del gioco nelle relazioni educative

Ho scelto di dare grande importanza al gioco in questo blog perchè sono profondamente convinta che il gioco sia uno degli strumenti validissimo per ogni educatore.
Tra tutte le tecniche animative, che fungono da "attivatori" del gruppo, il gioco consente di lavorare su più piani della personalità: oggettiva, soggettiva, culturale, sociale...
in questo senso il gioco è in tutto e per tutto uno strumento e una tecnica didattica, che favorisce i processi educativi.
Credo che per un educatore sia importante padroneggiare questo strumento, che si rivela fondamentale per molte delle sue principali caratteristiche:
  • il gioco è un momento di libertà
  • ogni gioco ha comunque delle regole
  • durante il gioco si crea uno spazio di realtà fittizia
  • è limitato nello spazio e nel tempo e questo fa si che possa essere ripetibile e tramandabile
  • per giocare bisogna impegnarsi
  • il gioco alimenta lo sviluppo del "possibile"
durante il gioco l'educando ha la possibilità di sperimentare, mettere alla prova se stesso e le sue relazioni con gli altri ed il mondo esterno, il tutto in un ambiente protetto e in un lasso di tempo e spazio ben definito, con la costante presenza dell'educatore.
Penso che giocare sia, non solo positivo, ma addirittura essenziale per tutti i soggetti in formazione, perchè aiuta lo sviluppo cognitivo, permette di sperimentare in libertà e sicurezza, aiuta la socializzazione, crea cultura e intercultura, libera dai vincoli ma insegna a rispettare le regole, aiuta a comprendere l'importanza dell'impegnarsi in prima persona, stimola la fantasia e la creatività.

mercoledì 31 agosto 2011

Riciclo creativo - il coniglietto

Mi piace parlare e condividere giochi e lavoretti che ho potuto usare in prima persona nelle mie esperienze lavorative o come volontaria. Un altro lavoretto che ho messo in pratica, in questo caso con dei bambini in età prescolare, è il coniglietto.
La tecnica è semplicissima ed è la stessa che abbiamo già usato per il polipo.
Servono solo:
  • sacchetti di nylon
  • carta
  • cartoncino
  • nastrini
  • scotch
Realizzeremo questo coniglietto con un sacchetto di plastica bianco. Prendiamo il sacchetto e formiamo le orecchie fermandole con del nastro adesivo. Poi ho riempiamo la testa e il corpo con della carta da giornale mettendo ancora nastro adesivo attorno al collo per definire la testa. Successivamente potremo nascondere il nasto adesivo attorno al collo con un nastrino di tessuto. Formiamo dietro la codina annodando i manici del sacchetto. Costruiamo gli occhi con delle semplicissime palline di carta (o carta igienica) coloriamo le pupille, o costruiamole con della carta nera. Infine basterà ritagliare da un cartoncino i piedi. Possiamo sbizzarrirci con i particolari, ovviamente più ne inseriremo e più il nostro coniglio sarà bello.
Posso dire per esperienza che i bambini si lasciano coinvolgere a pieno, e ovviamente è importante lasciare quanta più autonomia possibile nella costruzione!

(ho trovato l'idea per questo lavoretto su www.pescepollo.it)

lunedì 29 agosto 2011

Lo scultore cieco

Credo che un buon educatore debba avere sempre pronto un repertorio di giochi piuttosto vasto, soprattutto se si lavora con bambini/ragazzi.
Qualche anno fa ho lavorato come educatrice in un soggiorno estivo in montagna organizzato dal comune di Chioggia e una delle cose più difficili da programmare e gestire sono le attività nelle giornate di pioggia, quando non si può uscire di casa.
Un gioco semplice ma divertente che permette di coinvolgere i ragazzi anche rimanendo al chiuso, è quello dello scultore cieco, che nelle mie esperienze è sempre stato apprezzato dai ragazzi.
Si sceglie il ragazzo che interpreterà lo scultore e lo si benda.
Dopo essesrsi assicurati che lo scultore non ci vede, un altro ragazzo o anche più di uno, interpreterà "la statua", scegliendo una posizione e rimanendo immobile.
A quel punto entra in gioco il terzo partecipante: "la creta". Dovrà cioè restare fermo, e lasciarsi posizionare dallo scultore (che resterà bendato fino alla fine) che cercherà di modellarlo esattamente come la scultura originale.
Per rendere il gioco più interessante si può anche decidere di fare una gara tra due scultori, dando loro un tempo limite.
Questo gioco è molto divertente sia per chi partecipa che per chi guarda, perchè ovviamente il fatto di essere bendati da luogo a situazioni anche molto ridicole, e soprattutto mano a mano che i ragazzi partecipano e prendono confidenza col gioco si divertono a inventare sculture sempre più complesse per mettere in difficoltà lo scultore.


domenica 28 agosto 2011

Il gioco del gomitolo

Durante il mio tirocinio, svolto all'ufficio immigrazione e promozione dei diritti di cittadinanza del comune di Venezia, ho avuto la possibilità di vivere e sperimentare in prima persona situazioni che fino a quel momento avevo potuto studiare sui libri di testo e durante i miei corsi universitari.
Un esempio su tutti è l'importanza del creare sin da subito dei legami tra i componenti di un gruppo di persone che dovranno poi condividere un'esperieza più o meno lunga. Nel mio caso si trattava dei primi incontri di presentazione di un gruppo di ragazzi tra i 12 e i 16 anni, di diverse nazionalità, tutti relativamente arrivati da poco in Italia, che avrebbero poi trascorso una settimana in montagna, organizzata dal servizio immigrazione con la collaborazione dei volontari del CAI di Mestre.
Non tutti i ragazzi presenti parlavano bene l'italiano, quindi era importante cercare un modo semplice per rompere il ghiaccio e far si che i ragazzi potessero iniziare a conoscersi.
In quella situazione si è rivelato davvero efficace un gioco semplicissimo: il gioco del gomitolo.
I partecipanti si dispongono in cerchio, e l'educatore tenendo in mano un gomitolo si presenta con poche semplici frasi (es: "mi chiamo Carla, ho 29 anni, vengo dall'italia e mi piace disegnare") poi tenendo un capo del gomitolo lo lancia ad uno dei ragazzi invitandolo a presentarsi agli altri, a trattenere un capo e lanciare il gomitolo a un altro ragazzo. Una volta che tutti i ragazzi avranno ricevuto e passato il gomitolo si sarà creato all'interno del cerchio un groviglio di filo. A questo punto i ragazzi iniziano a districare il gomitolo, passando attraverso il groviglio (vi assicuro che è divertente!) e ogni volta che si incontra un ragazzo si può verificare se ci si ricorda il suo nome.
Questo gioco si è rivelato davvero utile per rompere il ghiaccio all'interno del gruppo, soprattutto lavorando con dei ragazzi stranieri che non parlavano bene la stessa lingua e che fino a quel momento non si conoscevano.

lunedì 8 agosto 2011

Lo scudo del cavaliere

Gli aspetti positivi del costruire semplici lavoretti per i bambini sono moltepilici. Prima di tutto il bambino impara a manipolare, sviluppa alcune abilità manuali e di sicuro anche la fantasia. In secondo luogo può anche avere la soddisfazione di aver fatto qualcosa da solo (ovviamente con il nostro aiuto).
Il lavoretto di oggi è estremamente semplice, ma sicuramente d'effetto. Al mio nipotino è piaciuto tantissimo!

Occorrente:
  • vassoio dorato per pasticcini







  • graffettatrice
  • nastrini
  • pennarelli
Possiamo costruirlo con pochi semplicissimi passaggi:
  • Tagliate i due bordi lunghi del vassoio fermandovi a qualche centimetro dalla fine e unite con le graffette le due estremità sul fondo. Tagliate le parti in eccesso. La maggior parte del lavoro è fatta e potete già decorare il vostro scudo con i pennarelli.



  • fate dei buchi con le forbici e fateci passare dentro dei nastrini, in modo che il bambino possa infilare il braccio sul retro per usarlo come un vero e proprio scudo.





Lo scudo è finito! Buon divertimento!

martedì 2 agosto 2011

Riciclo creativo - Il polipo

Un' altra attività che mi è capitato di poter sperimentare direttamente in un laboratorio con bambini è quella del riciclo creativo, ossia l'arte di costruire giochi con materiali di recupero che si trovano comunemente in ogni casa.
Penso che sia un modo di giocare molto educativo, perchè oltre a permettere al bambino di costruire da solo (o quasi) qualcosa che poi potrà usare per giocare, permette anche di trasmettere messaggi positivi riguardo al riciclo, alla raccolta differenziata e molti altri aspetti, per avvicinare bambini anche di età prescolare a una prima forma di educazione ambientale ed ecologica.
Ho trovato molte idee girovagando su vari blog e siti, la rete è piena di spunti!
Quello che vediamo in questo post è il Polipo.

Occorrente:
  • sacchetti di nylon
  • scotch
  • carta o cartoncino colorato
Procedimento:
  • fare una pallina di carta per la testa, ricoprirla con il sacchetto di nylon e fissare con lo scotch





  • tagliare il sacchetto in modo da formare i tentacoli e fissare anche questi con lo scotch






  • aggiungere dettagli creati con carta, cartoncino, pennarelli ecc... più dettagli si aggiungono, migliore è il risultato!





Il nostro polipo è pronto: buon divertimento!