domenica 18 settembre 2011

Paese blu, paese rosso

Ripensando alla mie brevi esperienze lavorative in ambito educativo mi è tornato in mente un gico/attività che ho avuto modo di mettere in pratica lavorando con l'associazione Il Mappamondo, che si occupa di mercato equo e solidale a Chioggia, la mia città.
Durante una serie di incontri con gli studenti delle scuole medie, per la sensibilizzazione riguardo lo sfruttamento dei lavoratori del sud del mondo e rigurado il tema dell'immigrazione abbiamo usato questo gioco: due classi diverse "recitano" il ruolo di due paesi diversi. Ogni classe/paese ha le sue regole e abitudini, ad esempio nel paese blu si fanno solo espressioni, si può parlare solo quando si alza la mano, si fa merenda in piedi, mentre nel paese rosso si fa solo analisi logica, si puà parlare liberamente, si fa merenda seduti e così via.
Durante la prima fase del gioco i ragazzi prendono confidenza con le regole del loro paese e ci si abituano.
La fase successiva del gioco prevede che due ragazzi prendano uno il posto dell'altro cambiando paese, e trovandosi quindi da soli in un sistema completamente diverso e sconosciuto di regole e convenzioni.
Alla fine del gioco le due classi si riuniscono e assieme si discute dell'esperienza dei due ragazzi migranti, di cosa hanno provato, di quanto sia stato difficile abituarsi a nuove regole, ma anche di come il resto della classe ha reagito a un nuovo arrivo, di come si è cercato o meno di aiutarlo a comprendere e imparare le nuove abitudini.
Dalla mia esperienza ho potuto constatare che questo gioco funziona, i ragazzi dopo un primo momento di imbarazzo hanno partecipato attivamente alla discussione finale, e ho potuto constatare che è stata una buona occasione per riflettere su un tema così attuale, ma che alla loro età spesso non affrontano facilmente.

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